corso rspp milano

PER COME LA VEDO IO #2

Posted on 29/02/2012 at 19:32 by admin No Comment

Il rock’n’roll ci aveva preso troppo.

In seconda media io mi sono “avvalso” di 13 rapporti sul registro di classe e diverse note sul diario da parte della prof di Italiano.

Non è che non studiassi, anzi. Ma eravamo tutti dei casinisti pazzeschi ed io, in particolare, avevo la lingua un po’ troppo lunga.
Decisi di “scappare”  fra la seconda e la terza media.
Assecondato dai miei (che ancora mi volevano musicista classico) feci i test d’ingresso per il Conservatorio di Parma.
A chitarra, pianoforte e percussioni mi scartarono.
Mi presero a trombone.
Mi sembrava inverosimile che io suonassi quello strumento, però volevo cambiare aria.
Preferivo la tromba ma avevo le labbra troppo grosse per il bocchino (qualsiasi riferimento di tipo sessuale è particolarmente sgradito…).

Feci la terza media a Parma e poi mi iscrissi al liceo Scientifico, continuando a studiare in Conservatorio di pomeriggio.
Ma non ingranavo col trombone e poi ormai avevo la testa sulla chitarra.
A tal proposito ricordo una figura un po’ barbina fatta durante le registrazioni di “Arrivederci Mostro”, più precisamente in “TacaBanda”.
Rustici e Luciano volevano dare al pezzo una forte connotazione giocosa e quando io incautamente mi lasciai scappare che avevo “studiato”  trombone al Conservatorio in men che non si dica non so chi ne fece recapitare uno li.

Un disastro! Suoni dagli intestini di un animale malato!
Inutile chiedervi se su quel pezzo qualcuno ha sentito i miei favolosi tromboni suonare..
Il mio prof. al Conservatorio aveva previsto tutto una ventina d’anni prima.
Al terzo anno di tentennamenti e miglioramenti quasi impercettibili scoprì da altri allievi che non ero male a suonare la chitarra.
Molto pragmaticamente spiegò a mia madre che forse era meglio per tutti che io continuassi gli studi al Liceo e magari coltivassi la mia passione per la chitarra e basta.

Lo ringrazio ancora adesso.

“Non si uccidono così anche i cavalli.”
Di non aver studiato niente al Liceo mi son pentito, di aver mollato l’Università idem… Ma di aver mollato il conservatorio no, non ero sulla buona strada.

E quindi con i miei sodali Lupus e Pjer mettemmo su un gruppo hard-rock/metal, i Death Riders. Alla batteria c’era Lele Castagneti, più grande di noi di qualche anno. Lele fu un colpo di fortuna. Noi tre non eravamo affatto male ma non riuscivamo a trovare un batterista della nostra età che ci stesse dietro.

Alla prima prova con lui (che tirava un casino, picchiava di brutto e faceva in modo che le nostre cover suonassero davvero quasi come le originali) ricordo con esattezza di aver provato un sentimento mai provato prima, mentre suonavamo non riuscivo a staccarmi il sorriso dalla bocca, quasi in estasi.

Parafrasando un bel pezzo dei Negrita…. quel giorno la felicità faceva questo rumore.

DEATH RIDERS – Wrathchild (Iron Maiden)- live in Parma. Concerto delle scuole. Aprile 1994.

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